I frati più noti per santità, che hanno onorato con la loro presenza questo sacro luogo
- Beato Tommaso da Firenze. Fu egli il fondatore del Convento, beatificato da papa Clemente XIV il 24 agosto 1771. In gioventù visse in modo sregolato però convertito e divenuto religioso si elevò alle più sublimi virtù tanto da sembrare un’immagine vivente di San Francesco. Anche se fratello laico fu per tanti anni Maestro dei novizi preparando alla vita religiosa molte anime elette fra cui dei frati onorati del titolo di Beati.Come missionario in Etiopia lavorò coraggiosamente per la conversione degli infedeli e per il ritorno degli scismatici alla Chiesa cattolica. Nel 1417 arrivò in Calabria per diffondere il movimento detto della Regolare Osservanza, le cui sorti governò per diversi anni. Qui a Mesoraca chiese è fondò il Convento. Ricolmo di meriti e glorioso per stupendi prodigi, morì a Rieti (qui sepolto) il 31 ottobre 1447.
- Fra Umile da Petralia. Fra i servi che vissero o morirono in diversi tempi in questo convento, vi fu anche un religioso laico, di nome Fra Umile, siciliano di nascita. Fu rigido osservante delle regole del suo istituto ed unì agli obblighi del suo stato l’esercizio delle più rare virtù.Non ci è dato sapere esattamente in quale anno sia stato qui, è da supporre che sia venuto dopo l’anno di noviziato del beato Umile(1610). Valente artista, dedicò tutta la sua vita a scolpire su legno immagini di Gesù sofferente, che si ammirano e si venerano ancora in Sicilia, in Calabria, in Puglia, in Campania, a Malta, ecc. Qui nel nostro Convento, scolpì la statua del S.S. Ecce Homo.Morì nel convento di Sant’Antonino di Palermo il 9 febbraio 1639. Consulta questo LINK per avere più informazioni.
- Beato Umile da Bisignano. E’ un vero fiore di paradiso prodotto dal francescanesimo in Calabria. La sua vita è tutta tessuta di eroiche virtù, di miracoli, di estasi, di profezie e di altri doni con i quali Dio volle glorificarlo.Santificò con la sua dimora tanti Conventi della Calabria, ovunque veneratissimo dal popolo. Fu tale la fama della sua santità che lo vollero vedere gli stessi sommi pontefici Gregorio XV e Urbano VIII i quali lo ebbero carissimo e lo trattennero per diversi anni a Roma.Qui nel Convento di Mesoraca, compì l’anno di noviziato durante il quale meritò che la Madonna gli parlasse dalla statua marmorea che si venera sull’altare maggiore della chiesa. Oltre all’anno di noviziato, trascorse altri anni qui nel Convento. Una volta i superiori lo mandarono in penitenza per due anni, con il divieto di parlare sia con i frati che con i laici. C’era e c’è ancora una piccola stanza, recentemente restaurata, detta cappella del beato Umile, dove il Beato pregò e trascorse i due anni di penitenza.Morì a Bisignano nel 1637. È stato solennemente beatificato il 29 gennaio 1881 da Papa Leone XIII; si attende la sua canonizzazione.
- Beato Matteo Vidio da Mesoraca. Entrato giovane tra i frati raggiunse un grado mirabile di santità. Rifulse per pietà, mortificazione, umiltà e obbedienza e queste eroiche virtù il Signore lo premiò con molti miracoli operati in diversi luoghi. Nell’estate del 1525 predicava in questo santuario all’aperto, sotto un albero, tanta era la folla che non poteva essere contenuta in chiesa. Ma l’albero era carico di cicale che con il loro frinire disturbavano la predicazione; allora il Beato ordinò loro che si quietassero fino a che egli avesse concluso la predica, fra le meraviglia di tutti immediatamente le cicale si acquietarono per riprendere subito dopo a predica finita. Un’altra volta, come San Francesco da Paola, non esitò ad entrare in una fornace accesa del convento attraverso le fiamme per eseguire una riparazione e ne uscì perfettamente illeso. A somiglianza pure di San Francesco, si racconta che egli rammolliva, squadrava e adattava le pietre più dure e informi con un semplice segno di croce.Dal 1507 al 1516 ricoprì in Calabria l’ufficio di Ministro provinciale dell’Osservanza. Morì nel convento di Taverna, da lui fondato, il 3 ottobre 1525, ed ebbe vivissimo culto per le molte guarigioni e altri miracoli che avvenivano al suo sepolcro; si ricorda in particolare l’istantanea guarigione della paralitica
Faustina Dodonica, gentildonna di Taverna. Dopo la soppressione francese, le relique del Beato vennero trasportate a Mesoraca è deposte in una cassa dietro la chiesa matrice. Nel 1910 furono di nuovo rimosse e portate al nostro convento; dal 1995sono collocate in chiesa nella parete tra il primo e il secondo altare a sinistra entrando: una lapida ne indica il posto.
- Beato Girolamo da Mesoraca. Di quest’uomo religiosissimo e pieno di meriti presso Dio sappiamo solo che profetizzò il giorno e l’ora della propria morte, avvenuta nel convento di Scigliano (CS) il 6 agosto 1534, nove anni dopo la morte del concittadino Beato Matteo, del quale fu certamente amico, imitatore e valido aiuto.Pur godendo di buona saluta, una mattina si recò dal Padre Guardiano e lo pregò di voler radunare nella sua cella i frati del convento perché aveva qualcosa di importante e di urgente da dire. Quando tutti i confratelli furono presenti, il sant’uomo, messosi in ginocchio con il cordone al collo, chiese umilmente perdono di ogni cattivo esempio o di offesa che avesse potuto arrecare, e si raccomandò alle loro preghiere dovendo passare all’altra vita. Gli fu imposto di dare ragione a tale sua affermazione, ed egli allora riferì che gli era apparso Gesù fra la Madonna e San Francesco e gli aveva rivelato che in quel giorno sarebbe morto prima che in chiesa terminasse la celebrazione di tutte le messe.La cosa si avverrò con mirabile precisione. Mentre infatti finiva in chiesa l’ultima messa, i confratelli lo trovarono esanime in cella, devotamente genuflesso e con il volto e gli occhi rivolti al cielo.
- Beato Pietro da Belcastro. Fu uomo pio e modesto, rinomato per la perfezione e santità della sua vita; esercitò con la questua tra i fedeli un prezioso apostolato.Eletto Ministro provinciale della Calabria, forse dopo che ne lasciava il governo il Beato Tommaso da Firenze, vide e diresse la costruzione di questo convento dove morì, con gran fama di santità, il 3 settembre 1430, un anno dopo l’inaugurazione del santuario.Il suo corpo ritrovato incorrotto, dopo molti anni dalla morte, fu deposto in luogo distinto e decoroso e divenne oggetto di viva devozione da parte del popolo.
- Beato Francesco da Cropani. Religioso esemplare, rinomato predicatore, uomo di santa vita, zelante della salvezza delle anime, ripieno di virtù e di meriti. Morì in fama di santità in questo convento il 5 novembre 1495 e fu sepolto in chiesa.Il suo corpo fu oggetto di venerazione per molti anni; si narra che, esumato nel 1503, fu rivenuto come il Beato Pietro da Belcastro, integro, incorrotto come se fosse stato appena sepolto e spirante un acuto e soavissimo odore.
- Fra Taddeo da Cutro. Fratello laico insigne per virtù e miracoli. Dimorando in questo convento una volta, in occasione di certi lavori, fu visto trasportare da solo e senza difficoltà da un luogo all’altro un grosso masso che molti operai non erano riusciti nemmeno a smuovere. Dotato di frequenti estasi, veniva spesso sollevato in aria sino al tetto della chiesa. Morì nel convento di Rossano il 25 novembre 1637.
Questi e tanti altri santi religiosi che vi hanno dimorato, hanno contribuito a rendere famoso e meta di pellegrinaggi questo Convento.