Attraversando un vasto e panoramico piazzale, rivestito in porfido nel 1993, delimitato da parapetti intervallati da robuste ringhiere in ferro e da lampioni stile antico per l’illuminazione si vede la facciata monumentale della Chiesa con frontone in cornice orizzontale. È tutta rivestita in travertino bianco (rivestimento del 1970).
L’ingresso è adornato di un bel portale in tufo con colonnine e capitelli, sormontati da architrave e da un piccolo frontone spezzato. La Chiesa si presenta ampia e solenne con una sola navata, in stile barocco con volta a botte e molte decorazioni a stucco (pale di altari, cornici dei quadri del soffitto, cornicione). Sotto il cornicione, lungo una fascia ristretta che corre per tutta la chiesa, su fondo dorato da sinistra a destra si legge l’invocazione: “HOC IN TEMPLO SUMME DEUS EXORATUS ADVENI ET CLEMENTI BONITATE PRECUM VOTA SUSCIPE LARGAM BENEDICTIONEM HIC INFUNDE IUGITER” O Dio, implorato in questo tempio, vieni e accetta con clemente bontà i voti e le preghiere, qui sempre concedi un’ampia benedizione.
Nel Coro, che celebra i misteri mariani con una vetrata raffigurante Maria assunta in cielo e con sette tele che rappresentano alcune scene della vita della Madonna (1755), la scritta recita: “BEATA DEI GENETRIX MARIA COELI CARDINES RECLUDIS” O Beata Maria Madre di Dio apri le porte del cielo. Entrando in chiesa fa bella mostra di sé uno stupendo tamburo in noce Tanganica e in vetri stile cattedrale, dipinti e rilegati in piombo, opera di esperti artigiani locali, realizzata nel 1996. Dagli stessi artigiani e della stessa materia sono i banchi genuflessori con due eleganti amboni in presbitero.
Queste opere, insieme al restauro del Coro, della sagrestia e di quattro confessionali, sono state realizzate in occasione della sostituzione del vecchio pavimento, risalente al 1920. La chiesa custodisce varie e significative opere d’arte che vanno dalla scultura, alla pittura, all’intaglio e alla decorazione a stucco. Appena si entra in chiesa, attraverso il poderoso tamburo, si ammirano due confessionali del XVIII sec. intagliati in legno con fregi molto fini ed elaborati. Sulle pareti si susseguono le quattordici stazioni della Via Crucis su tela attribuite a Cristoforo Santanna (la quindicesima e di Guido Faita); pure del Santanna sono le cinque tele , del 1756, che adornano gli altari laterali. Partendo dal lato sinistro si trova la tela raffiugurante San Pasquale Bayon, il santo dell’Eucarestia, con San Pietro d’Alcantara, uno dei più grandi devoti della croce. Nella parte superiore del quadro si vede una maestosa figura cinta di triregno, simbolo della Fede che, con la mano destra sorregge e mostra il S.S. Sacramento e, con la mano sinistra la croce.
Proseguendo si nota la tela di Sant’Antonio in un’amabile figura giovanile con Gesù Bambino tra le braccia e circondato da Angeli; la tela di Maria S.S. Assunta in cielo in mezzo ad uno stuolo di spiriti angelici; l’immagine di San Francesco d’Assisi rappresentato in estasi fra due Angeli che lo sostengono mentre un terzo suona melodie celesti su una cetra; infine l’icona di Santa Chiara di Assisi immersa nella gloria con la pisside in mano con cui aveva allontanato prodigiosamente i Saraceni dal monastero di San Damiano.
Tra i due primi altari a sinistra una lapide indica il luogo dove dal 1995 riposano i resti mortali del Beato Matteo da Mesoraca. Adornano le piccole nicchie sotto il cornicione, da sinistra a destra le statuette di San Francesco d’Assisi, del Beato Umile da Bisignano e di San Pasquale. Domina la navata, sul lato sinistro in alto, il pregevole Pulpito in noce lavorato ad intaglio del XVII sec., a cinque pannelli con decorazioni e figure tra cui quella del S.S. Ecce Homo.
La volta del Santuario porta in alto sei affreschi racchiusi ognuno in rosoni, con cornice a stucco. Sono opera del pittore Domenico Leto eseguiti tra il 1754 e 1755, rappresentano rispettivamente:
- L’incoronazione della Vergine Maria;
- Santa Chiara che con il S.S. Sacramento mette in fuga i Saraceni;
- L’Immacolata con San Bonaventura e San Giovanni da Capestrano;
- Sant’Agnese d’Assisi; Sant’Antonio da Padova.
La sagrestia, invece, è situata sul lato destro del Coro.
Di recente, la Chiesa è stata dotata di un meraviglioso Organo Mascioni, un’opera d’arte che, sicuramente renderà questo singolare luogo francescano ancora più affascinante. In effetti, con le sue 1844 canne susciterà certamente, nell’animo della gente, sentimenti di pace spirituale nel corso delle celebrazioni eucaristiche e di godimento culturale durante i concerti che verranno proposti.
Ad inaugurare l’organo è stato il Maestro Padre Innocenzo Schipani (di origini mesorachesi), il quale è stato anche il consulente della composizione fonica durante la sua costruzione.